Pari opportunità

Le persone che stanno affrontando o che hanno già ricevuto un trapianto di organi si trovano spesso a dover superare numerosi ostacoli nella propria vita professionale. Quali siano questi problemi e quali opportunità potrebbero aprirsi per questi lavoratori sono dunque stati gli interrogativi principali dell’odierna conferenza organizzata dall’IPL | Istituto Promozione Lavoratori in collaborazione con l’OdV Trapianto è Vita. “Anche se stiamo parlando di un numero limitato di casi, un trattamento equo e rispettoso sul lavoro può significare moltissimo, forse tutto, per la persona interessata” afferma il Presidente IPL Andreas Dorigoni.

Insieme all’organizzazione di volontariato Trapianto è Vita, l’IPL | Istituto Promozione Lavoratori ha organizzato oggi (7 marzo 2025) un convegno dal titolo “Trapianto e lavoro: si può fare di più?”. Il programma della conferenza prevedeva racconti di esperienze personali, interventi di esperti di alto livello e una costruttiva tavola rotonda.

Trapianto di organi: mancano consapevolezza ed empatia

L’inizio della conferenza è stato caratterizzato dalle testimonianze di due persone che hanno vissuto in prima persona l’esperienza di un trapianto d’organo, storie che parlano di difficoltà di vita quotidiana (soprattutto in periodo Covid) e di paura di morire, ma anche di speranza e rinascita. Uno dei principali problemi emersi è che i datori di lavoro non sempre hanno idea di quello che i trapiantati devono già affrontare per la propria salute e nella propria vita privata, aggiungendo quindi difficoltà sul lavoro e mancanza di comprensione a un peso psicologico e finanziario già di per sé molto elevato. Sembra che spesso molti ignorino il destino umano che c’è dietro a una persona costantemente assente in malattia, giudicandola solamente come causa di costi aggiuntivi per l’azienda e non come qualcuno che sta svolgendo un percorso di cura. Ciò, ovviamente, non vale per la totalità dei casi: ci sono infatti anche diverse aziende virtuose che permettono a chi ha subito un trapianto non solo di rientrare nel mondo del lavoro, ma anche di fare carriera.

Tra tabù e tutela dei diritti

I trapiantati non vivono tutti nelle principali città della nostra Provincia, bensì spesso in paesi e valli in cui l’accettanza sociale del trapianto non è sempre ottimale, lavorando poi generalmente in aziende medio-piccole (la base portante dell’economia altoatesina) in cui i datori di lavoro non sono a conoscenza delle tutele garantiti dalla legge. A volte sono poi addirittura gli stessi lavoratori a non essere al corrente dei propri diritti, il che, unito magari a un certo senso di ritrosia e alla paura di perdere il posto, li porta anche a non difendersi da eventuali trattamenti ingiusti: i membri di Trapianto è Vita sono per esempio a conoscenza di casi in cui ogni singola visita medica è stata detratta dalle ferie, ma anche di persone costrette a cambiare lavoro per garantirsi almeno un po’ di necessaria flessibilità.

Sviluppo congiunto di nuove prospettive

Al termine del convegno si è quindi tenuta una tavola rotonda che ha visto interagire i trapiantati, i rappresentanti dei centri per l’uguaglianza e la lotta alla discriminazione e gli esperti dei diritti dei lavoratori. Tra i temi emersi dal confronto, spicca in particolar modo la necessità di un lavoro volto a educare i dirigenti e i datori di lavoro, poiché anche loro hanno determinati obblighi nei confronti dei propri dipendenti. “Una maggiore consapevolezza e una più stretta collaborazione tra le parti sociali, i decisori politici e il settore sanitario sono fondamentali per creare soluzioni sostenibili e un mondo del lavoro più equo e inclusivo” ha sottolineato il Presidente IPL Andreas Dorigoni. Gli organi competenti dei sindacati, della Provincia e del Consiglio per le Pari Opportunità continueranno dunque a fornire consulenza e assistenza alle persone trapiantate, fornendo loro il miglior sostegno possibile nel difficile percorso di ripresa e sollevandole dal peso della disparità di trattamento sul posto di lavoro.

Commento dell’Assessora Magdalena Amhof

Tutti hanno diritto a un futuro professionale equo, anche durante o dopo un trapianto di organi. La conferenza di oggi ha dimostrato che sono ancora necessari diversi aggiustamenti per migliorare l’integrazione dei trapiantati nel mercato del lavoro. Attraverso una maggiore consapevolezza e misure mirate possiamo creare le condizioni per un mondo del lavoro più inclusivo”.

Comunicato stampa

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