17 Marzo 2017

La strada della parità passa per i papà

Il 17 marzo – in occasione della festa del papà – l’IPL ha presentato in una conferenza stampa gli ultimi dati sul ricorso ai congedi parentali da parte dei padri in Trentino Alto Adige[1]. Nel corso del 2015 sono stati 1.259 i papà residenti in Regione che hanno usufruito di congedo parentale facoltativo. “Dato che la strada della parità passa anche per i congedi dei papà siamo allora sulla buona via” sottolinea la Presidente dell’Istituto Christine Pichler “visto l’incremento di padri che richiedono un congedo facoltativo: la quota è salita dal 12,0% nel 2010 al 17,1% nel 2015.”

In occasione della festa del papà l’IPL | Istituto promozione lavoratori ha reso noti i dati sui congedi dei papà. “Nel corso del 2015 sono stati 2.000 i padri lavoratori dipendenti del privato residenti in Regione che hanno usufruito del congedo obbligatorio (1 giorno di congedo pagato al 100% introdotto a partire dal 2013 dalla legge Fornero n. 92/2012 entro i 5 mesi dalla nascita). 200 sono stati invece i papà che hanno deciso di usufruire anche del congedo di paternità facoltativo (1 o 2 giorni a scalare dal congedo obbligatorio della mamma)” ha riportato Silvia Vogliotti, Vicedirettrice dell’IPL.

2 giorni di congedo obbligatorio per i neo papà

Dal 2013 al 2015 il congedo obbligatorio per i papà era di 1 giorno (!), aumentato a 2 giorni per il 2016-2017. Dal 2018 si prevede di arrivare a 4 giorni obbligatori, con l’obiettivo di raggiungere negli anni 15 giorni obbligatori. Peraltro una risoluzione del Parlamento europeo del 2010 ha invitato gli Stati membri a riconoscere ai lavoratori padri un congedo di paternità pari a due settimane. “Siamo ancora distanti dai 54 giorni di congedo obbligatorio dei papà finlandesi, ma anche dai papà di paesi a noi vicini come la Franca (11 giorni), la Spagna (15 giorni) e il Portogallo (20 giorni, di cui 10 obbligatori)”, precisa Vogliotti presentando i dati a livello europeo.

Congedo facoltativo in costante crescita

In Regione sono stati 1.259 i padri che hanno fatto invece la scelta più coraggiosa, ovvero chiedere il congedo parentale facoltativo, così come previsto dalla legge n. 53/2000, che ormai da 17 anni garantisce ai papà un diritto soggettivo, ovvero quello di astenersi dal lavoro fino ad un massimo di 7 mesi per prendersi cura dei propri figli. Se la strada della parità passa anche per i congedi dei papà siamo sicuramente sulla buona via. Ogni 100 congedi facoltativi la “quota papà” che nel 2010 era del 12,0% è salita al 17,1% nel 2015. Ma all’appello mancano circa 4.000/4.500 padri che il congedo facoltativo non lo hanno mai chiesto.

“Purtroppo i dati a disposizione sui congedi dei padri sono ancora molto lacunosi – evidenzia Vogliotti – per cui nulla sappiamo ad esempio della durata in mesi del congedo facoltativo al maschile, del titolo di studio e del settore di lavoro del papà, dell’età del figlio al momento del congedo o della situazione occupazionale della madre. Per autonomi e co.co.co i dati sui congedi addirittura non sono neanche disaggregati per sesso!”

Statement della Presidente IPL Christine Pichler

“I dati sui congedi parentali dei padri mostrano un quadro chiaro: la conciliazione è ancora molto sulle spalle delle mamme, anche se segnali positivi di maggior condivisione paterna nella cura dei figli ce ne sono; molti padri dedicano tempo ed energia ai propri figli, ma non tutti conoscono i propri diritti di papà, e ancora meno papà hanno il coraggio di chiedere un congedo; inoltre siamo permeati da un’organizzazione del lavoro ancorata a vecchi modelli lavorativi, dove (spesso) l’unico indicatore di produttività è la quantità di ore lavorate. Serve un vero cambiamento di rotta, di mentalità, servono nuovi modelli organizzativi”.

Statement dell’Assessora al lavoro Martha Stocker

“In occasione della Festa del Papà mi pare importante sottolineare quanto la conciliazione famiglia – lavoro non sia ormai più solo una tematica femminile. Credo ci sia la necessità di dare segnali molto forti a tutti i neo-papà, ma anche alle aziende e alla società civile, rispetto ad un maggior coinvolgimento dei neo-papà nella crescita e nell’educazione dei proprio figli, magari anche prendendo un congedo facoltativo dal lavoro. Una vera condivisione del lavoro in famiglia, dove la cura dei figli è equamente ripartita tra entrambi i genitori, porta ad avere famiglie sicuramente più forti. Auguro buona festa a tutti i papà”.

Statement dell’amministratore delegato di väter aktiv Michael Bockhorni

“Sempre più padri sono coinvolti nell’educazione dei propri figli. La maggior parte dei genitori con figli al di sotto dei tre anni vorrebbe trovare un equilibrio tra lavoro e famiglia, tuttavia solo un sesto ci riesce. Alla base di questa difficoltà si trovano, oltre ad un contesto giuridico poco favorevole, anche degli stereotipi di genere profondamente radicati e la mancanza di modelli di ruolo. Quando i padri, in quanto dirigenti, usufruiscono essi stessi di un congedo famigliare, la quota dei padri in aspettativa facoltativa è cinque volte più alta che nelle aziende in cui manca tale modello dirigenziale. Le aziende non possono lasciarsi sfuggire tali vantaggi competitivi, dato che una politica famigliare all’interno della famiglia porta a una soddisfazione maggiore dei dipendenti, a minori assenze ed a una più elevata produttività.

La presentazione dei dati si trova qui: https://afi-ipl.org/wp-content/uploads/2017-03-17-PREZI_La-parità-passa-per-i-papà_web.pdf. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Vicedirettrice IPL Silvia Vogliotti (T 0471 41 88 35, silvia.vogliotti@afi-ipl.org).

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