24 Marzo 2017

“Confrontarsi con i migliori”

Le condizioni di lavoro esistenti in Alto Adige corrispondono a quelle dei Paesi mitteleuropei e nella maggior parte dei casi superano la media italiana. Esistono però anche delle criticità, ad esempio per quanto riguarda i fattori che pesano maggiormente sullo stato fisico. Gli alti ritmi di lavoro e la pressione che ne consegue risultano particolarmente elevati in Alto Adige. “I primi risultati della nostra ricerca forniscono già indicazioni preziose su dove si collocano eccessivi carichi di lavoro”, sottolinea il Direttore dell’IPL, Stefan Perini. Nel corso del 2017 l’IPL presenterà in vari step gli ulteriori risultati della ricerca sulle condizioni di lavoro.

La manifestazione inaugurale, nella quale l’Istituto Promozione Lavoratori presenta i primi risultati della vasta indagine relativa alle condizioni di lavoro in Alto Adige, arriva a coronamento di un lavoro preparatorio durato quasi due anni, come spiega il Direttore dell’IPL Stefan Perini. In particolare, per questo studio l’IPL ha utilizzato esattamente lo stesso catalogo di domande e le stesse metodologie dei sondaggi applicati in 35 Paesi europei da ‘Eurofound’, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. “I risultati sono quindi rappresentativi per il mondo del lavoro in Alto Adige e permettono allo stesso tempo un inserimento nel contesto europeo”, aggiunge Perini. Il lavoro che sta svolgendo l’IPL è in un certo senso pionieristico: “L’Alto Adige è la prima regione in Europa che può vantarsi di aver effettuato un’indagine sulle condizioni di lavoro a livello regionale secondo standard scientifici comprovati”. Uno dei risultati più significativi emersi dallo studio dell’IPL è, sempre secondo Perini, il fatto che l’Alto Adige possa paragonarsi tranquillamente a Paesi centroeuropei, come l’Austria, la Germania e la Svizzera, quando si tratta della qualità delle condizioni di lavoro. È infatti importante confrontarsi con i migliori.

 L’88% è soddisfatto delle condizioni di lavoro

L’88% degli occupati altoatesini è soddisfatto delle proprie condizioni di lavoro. Questo valore corrisponde a quello registrato nei Paesi mitteleuropei di lingua tedesca (D-A-CH) ed è leggermente superiore alla media italiana (82%). Particolarmente alta risulta la soddisfazione nell’agricoltura, nel settore dei servizi finanziari e nell’amministrazione pubblica.

Per il 60% degli occupati altoatesini la retribuzione è adeguata

Il 60% degli altoatesini intervistati ritiene adeguata la propria retribuzione. Questo valore è leggermente inferiore a quello rilevato in Svizzera (66%) e in Austria (62%), ma a sorpresa è superiore alla Germania (56%), e comunque molto più alto della media italiana (46%). In Alto Adige il maggior grado di soddisfazione per la retribuzione si registra nel settore finanziario e dei servizi, il più basso invece in agricoltura.

Elevati il carico fisico e l’intensità del lavoro

Le risposte degli occupati altoatesini alle domande sul carico fisico e psichico rivelano un quadro variegato, spiega lo psicologo del lavoro e collaboratore IPL, Tobias Hölbling. “Sono soprattutto due gli elementi che saltano subito all’occhio”, aggiunge Hölbling. “Le condizioni di lavoro fisicamente pesanti, come ad esempio posture affaticanti o lo spostamento di pesi, sono molto marcate in Alto Adige. Inoltre, nella nostra provincia risulta anche un’elevata intensità lavorativa, misurata ad esempio in orari di lavoro eccessivi e pressione per le scadenze. Questi fattori hanno valori superiori alla media, anche se rapportati con altri Paesi europei”. L’esperto IPL ritiene comunque positivo che vi siano anche molti fattori che compensano il carico eccessivo: “La conciliazione di lavoro e vita privata e l’ottima collaborazione all’interno delle aziende attenuano, almeno in parte, gli effetti negativi.” È inoltre emerso chiaramente che le leggi possono sicuramente migliorare le condizioni di lavoro, come dimostra l’esempio del fumo passivo. Hölbling: “Il disagio dovuto al fumo sul posto di lavoro viene percepito molto più in Austria che in Italia, anche perché quest’ultima ha emanato regole sul divieto di fumo veramente esemplari.”

Presenti anche esperti di fama internazionale

In occasione della manifestazione iniziale dello studio dell’IPL è giunta direttamente da Dublino la responsabile della ‘Working Life Research Unit’ di Eurofound, Barbara Gerstenberger, che ha illustrato la situazione europea. Jürgen Glaser, Professore di psicologia del lavoro presso l’Università di Innsbruck, ha invece esposto come si rilevano le condizioni di lavoro a livello aziendale e come esse si ripercuatono sulla produttività e sulla salute. Successivamente Evelyn Kirchmaier, Direttrice generale della ditta Markas International, Barbara Jäger di Businesspool, Christine Pichler del sindacato CGIL-AGB e Toni Serafini del sindacato UIL-SGK hanno analizzato alcune esperienze pratiche.


Statement della Presidente dell’IPL, Christine Pichler

“Così possiamo inquadrare meglio i singoli casi”

“Come sindacato siamo quotidianamente confrontati con casi legati a difficoltà sul posto di lavoro. Si tratta spesso di carichi eccessivi, conflitti interpersonali, disaccordi sulla retribuzione o sul rispetto dei contratti. Lo studio dell’IPL ci aiuta a capire meglio se si tratta di casi isolati o se sono l’espressione di un problema generale. Emerge comunque chiaramente che condizioni di lavoro buone ed eque sono importanti per tutti gli occupati, anche per coloro che a volte sono emarginati.”


Statement del Presidente della Giunta provinciale, Arno Kompatscher

“L’Alto Adige vuole essere ai primi posti non solo per quanto riguarda la qualità della vita, ma anche quale luogo di lavoro attrattivo a livello europeo”

La Giunta provinciale vuole dare il suo contributo affinchè l’Alto Adige divenga uno dei posti di lavoro più attrattivi d’Europa. Buone condizioni di lavoro sono un fattore sicuramente determinante in tal senso, da sviluppare insieme ai datori di lavoro. Da un lato bisogna frenare la fuga dei cervelli dall’Alto Adige e dall’altro dobbiamo diventare maggiormente attrattivi per forze di lavoro altamente qualificate. Il “buon lavoro” è una situazione win-win: porta persone soddisfatte nelle aziende e al contempo minori costi per il sistema sanitario e lo stato sociale.


Statement del Direttore provinciale dell’INAIL, Robert Pfeifer

“L’approccio dell’INAIL è la prevenzione”

“L’obiettivo principale dell’INAIL è evitare infortuni sul lavoro e malattie professionali, quindi investiamo molto nella prevenzione. Una conoscenza approfondita delle condizioni di lavoro è dunque decisiva. La ricerca dell’IPL evidenzia i punti critici; per questo fin dall’inizio abbiamo sostenuto questo studio con la massima convinzione.”


Statement del Direttore di Ripartizione, Michael Mayr

“Fare politica del lavoro significa anche impegnarsi per la qualità delle condizioni di lavoro”

“Con il Piano pluriennale degli interventi di politica del lavoro 2013-2020 la Giunta provinciale, e quindi anche il nostro Dipartimento, si è posta obiettivi ambiziosi. Lo studio IPL ci fornisce ulteriori indicazioni su dove e come migliorare le condizioni di lavoro.”


 Per informazioni è possibile rivolgersi a Stefan Perini (t. 0471 41 88 30, stefan.perini@afi-ipl.org) o a Tobias Hölbling (t. 0471 41 88 43, tobias.hoelbling@afi-ipl.org).

 La documentazione del convegno è disponibile sul sito dell’Istituto www.afi-ipl.org e d’ora in poi anche sulla pagina internet www.buonlavoro-altoadige.eu

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