Estate 2015|01 – Le preoccupazioni dei lavoratori dipendenti altoatesini: pensione e futuro dei figli

Barometro IPL | Cambiamento demografico | Futuro | Giovani e mondo del lavoro | Lavoratori e lavoratrici dipendenti | Pensioni e previdenza | Redditi | Welfare State | 20 Luglio 2015

Incertezza verso il futuro piuttosto che verso il momento attuale, è quello che traspare nei primi risultati della nona edizione del Barometro IPL. I lavoratori dipendenti sono più preoccupati della loro pensione e del futuro lavorativo dei propri figli piuttosto che di perdere il posto di lavoro o di non avere oggi abbastanza soldi per vivere. Il Presidente dell’IPL, Toni Serafini commenta così i risultati: “Da una parte è positivo che i lavoratori vivano con fiducia questa fase di ripresa economica: pochi, infatti, temono di perdere il lavoro; dall’altra è preoccupante il dato relativo alle pensioni. Su questo necessita una forte iniziativa sindacale.”

L’IPL | Istituto Promozione lavoratori ha voluto indagare nell’ambito del Barometro IPL il livello di insicurezza dei lavoratori dipendenti altoatesini relativamente agli aspetti che maggiormente li riguardano. Si è preso così spunto dal rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza realizzato da Demos & Pi, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis e volto a rilevare la percezione sociale della sicurezza degli italiani nelle sue diverse dimensioni.

La graduatoria delle paure

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Dall’indagine emerge che la più grande preoccupazione dei lavoratori dipendenti riguarda la propria pensione: l’84% afferma, infatti, di essere molto o abbastanza preoccupato che la pensione che riceverà alla fine della propria vita lavorativa, non sia sufficiente per vivere dignitosamente. “Che il tema delle pensioni fosse sentito era emerso anche in una precedente edizione del Barometro, tant’è che allora il 60% degli intervistati aveva dichiarato che, per integrare la pensione statale, aveva già aderito o che avrebbe aderito in futuro ad un fondo di previdenza complementare”, afferma Irene Conte, che all’interno dell’Istituto cura il Barometro IPL.

Al secondo posto tra le più grandi preoccupazioni viene indicato dal 74% dei rispondenti il futuro lavorativo dei propri figli o dei giovani in generale. I lavoratori dipendenti altoatesini hanno ben chiara la situazione dei giovani che presenta difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro (vedi il tasso di disoccupazione giovanile, pari nel 2014 al 12,4% in Alto Adige e al 42,7% in Italia secondo i dati ISTAT) combinate alle difficoltà di ottenere un posto di lavoro stabile.

In terza posizione figura il timore di vedere svalutati i propri risparmi, indicato da 2 lavoratori su 3. “In effetti la situazione sui mercati finanziari non è certo rassicurante considerato che i rendimenti di alcune forme di risparmio non riescono a tenere il passo dell’inflazione”, dichiara il direttore dell’IPL Stefan Perini.

Invece, il sospetto che le politiche di contenimento della spesa pubblica vadano a tagliare le risorse destinate alla spesa per il welfare, fa temere a più della metà dei lavoratori dipendenti (56%) di non ricevere un aiuto, economico o in termini di servizi, da parte dello Stato o degli enti pubblici locali nel caso si trovassero in difficoltà.

Da non sottovalutare è il fatto che metà dei lavoratori è preoccupato molto o abbastanza di non avere sufficienti soldi per vivere, anche se tale paura si colloca al quinto posto in graduatoria: è vero che l’Alto Adige detiene il primato in termini di reddito nominale pro capite in Italia, ma allo stesso tempo anche il costo della vita è tra i più elevati del Paese e gli aumenti salariali, quando ci sono, il più delle volte non riescono a colmare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

Non riuscire più a svolgere il proprio lavoro anche quando non si è più giovani preoccupa un lavoratore su due. “Perché questo non accada è importante da una parte mantenere alta la qualità del lavoro, ad esempio riducendo i fattori di stress e migliorando il clima di lavoro. Dall’altra è importante tenere le proprie capacità lavorative al passo coi tempi e per questo la formazione lungo tutta la vita lavorativa gioca un ruolo fondamentale”, sottolinea Irene Conte.

Al penultimo posto della graduatoria c’è il timore di perdere il proprio lavoro. Questo dato è coerente con i risultati osservati nelle precedenti edizioni del Barometro secondo cui il rischio percepito di perdere il lavoro è relativamente basso.

Infine il 24% è preoccupato di rimanere vittima di un infortunio sul lavoro: in particolare sono più preoccupati gli uomini rispetto alle donne e si spiega col fatto che gli uomini lavorano in settori più a rischio di infortunio, come ad esempio l’edilizia.


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