Creare competenze professionali per il lavoro 4.0
Convegno IPL
Dalla digitalizzazione del mondo del lavoro nascono due quesiti centrali: quali saranno le professioni del futuro e quali nuove competenze dovranno avere i collaboratori? Anche se spariranno solo pochissime professioni, quasi tutte subiranno profondi cambiamenti per mezzo delle tecnologie digitali. La condizione per resistere sul mercato del lavoro sarà pertanto una corretta formazione. Questo è quanto emerge dal convegno dell’IPL | Istituto Promozione Lavoratori. “Una formazione continua mirata, centrata sui temi della digitalizzazione, è essenziale per tutti i lavoratori e le lavoratrici, non solo per quelli già qualificati”, sottolinea la Presidente dell’IPL, Christine Pichler.
Nel mondo del lavoro digitale “lavoro 4.0” spariranno in definitiva meno professioni e posti di lavoro di quanto si temesse, ma ci saranno comunque grandi cambiamenti per molte mansioni, spiega il sociologo altoatesino Thomas Leoni dell’Istituto Austriaco di Ricerca Economica (WIFO Vienna). Leoni ne trova conferma nell’andamento del mercato del lavoro in Austria: negli ultimi 20 anni sono già calate le attività manuali, sia quelle di routine (ad esempio rifornire macchine) che le altre (come la riparazione di macchine). “Sono aumentate molto le attività analitiche e interattive non di routine, in particolare nei settori della progettazione, della ricerca e del management, mentre le attività ordinarie cognitive, come la contabilità, si stanno stabilizzando a un livello molto alto”, osserva Leoni.
Cresceranno soprattutto il settore dei servizi e le professioni cognitive, quindi conteranno soprattutto le “soft skills” individuali quali la capacità di comunicazione o l’empatia sociale. Thomas Leoni: “Al singolo collaboratore si richiederanno abilità del tutto nuove, che comporteranno la formazione di differenti gruppi sul mercato del lavoro e quindi tra la popolazione. La recente rivoluzione tecnologica pone quindi anche il problema della partecipazione e della distribuzione dei frutti del progresso tecnologico.”
Investire in formazione aziendale quanto in innovazione tecnologica
Di sviluppo del lavoro 4.0 in Italia parla invece Roberto Angotti dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP). Secondo Angotti l’Italia soffrirebbe del cosiddetto “Skill-Mismatch”, il disequilibrio tra qualificazione ed esigenze sul posto di lavoro. In Italia il 21% degli occupati svolge un mestiere al di sotto della propria qualifica professionale. Si aggiunga poi la scarsa richiesta di alte competenze in alcuni regioni del Paese e nelle piccole imprese. Di fronte a questo scenario l’esperto di Roma consiglia di investire in capitale umano tramite la formazione aziendale. Le ricerche dimostrano che tali investimenti portano sempre a un aumento di produttività, redditività e salari. Da diverse indagini emerge un quadro confortante per le imprese altoatesine, che mostrano segni di dinamismo nel benchmark regionale degli investimenti in formazione. Emergono tuttavia difficoltà di reperimento per le professioni digitali, come spiega l’analista. Nell’era della digitalizzazione occorre pertanto combinare gli investimenti in innovazione tecnologica con quelli nella formazione continua aziendale, consiglia il ricercatore dell’INAPP Angotti. Bisogna creare un’offerta formativa sistematica e coordinata, nonché rendere possibili percorsi di transizione verso il mondo del lavoro digitale a tutte le categorie di occupati. A tal fine i tirocini e gli apprendistati di alta qualità sono sicuramente strumenti preziosi, conclude Angotti.
È necessaria la cooperazione di tutti
Alla tavola rotonda del convegno intervengono infine Mirco Tonin, professore di politica economica della Libera Università di Bolzano, Andreas Rogger, già Group Director di GKN London, Peter Prieth, preside reggente della Scuola professionale provinciale per l’industria e l’artigianato di Bolzano, Christine Pichler, CGIL-AGB, Enrico Valentinelli e Claudio Voltolini, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di “Fondimpresa Alto Adige Südtirol”. Tema centrale sono le sfide per le professioni e le competenze nel mondo del lavoro 4.0. Una formazione continua innovativa in campo aziendale e professionale richiede la cooperazione di tutti gli operatori del mercato del lavoro altoatesino. “Sono convinta che dovremo rafforzare e ampliare il nostro sistema altoatesino di formazione, soprattutto in relazione ai gruppi che in futuro avranno prospettive meno favorevoli di resistere sul mercato del lavoro”, sottolinea la Presidente dell’IPL, Christine Pichler.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al Direttore dell’IPL, Stefan Perini (T. 0471 41 88 30, stefan.perini@afi-ipl.org) e al ricercatore dell’IPL Werner Pramstrahler (T. 0471 41 88 44, werner.pramstrahler@afi-ipl.org).
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