20 Ottobre 2023

Redditi elevati al termine della carriera

Redditi

Di regola, nel corso della loro vita, i contribuenti altoatesini raggiungono l’apice reddituale a un’età compresa tra i 60 e i 64 anni (in media 33.362 € lordi all’anno). Con l’avanzare dell’età, tuttavia, cresce anche la disparità tra i redditi, il cui picco si raggiunge nella classe d’età che va dai 65 ai 69 anni. Rispetto agli uomini, le donne risultano penalizzate in termini di sviluppo dei redditi durante l’intero corso della vita. Nel futuro il gap tra le generazioni è destinato ad aumentare. “In un contesto di retribuzioni stagnanti, che non consentono una previdenza complementare significativa, mentre il sistema delle pensioni di tipo contributivo sostituisce progressivamente il sistema retributivo, il fenomeno della riduzione del reddito dei pensionati sarà in futuro sempre più marcato. Il problema è ormai evidente ma non sembra che ci siano all’orizzonte interventi concreti per condizioni di povertà per molti pensionati” dichiara il Presidente IPL Andreas Dorigoni.

Nello Zoom Nr. 74 pubblicato dall’IPL | Istituto Promozione Lavoratori in data odierna (20.10.2023), si analizzano la relazione tra il livello dei redditi e l’età anagrafica dei contribuenti altoatesini, nonché le differenze reddituali pro capire. La base dei dati è costituita dalle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti altoatesini nel 2022 per l’anno d’imposta 2021. I dati sono stati disaggregati dall’IPL per classe d’età, sesso e tipologia di contribuente.

Apice reddituale a termine carriera

Nell’anno 2022, in provincia di Bolzano, sono state presentate esattamente 423.411 dichiarazioni dei redditi per un importo totale lordo di 10,9 miliardi di euro e un valore medio di reddito lordo annuale pro capite pari a 25.679 €. Dalle dichiarazioni dei redditi si evince che il picco reddituale viene raggiunto mediamente negli ultimi anni della carriera lavorativa, tra i 60 e i 64 anni, durante i quali si registra un valore medio pari a 33.362 €. Superata questa soglia d’età, a causa del pensionamento, i redditi pro capite dei contribuenti altoatesini ricominciano a decrescere sensibilmente.

Le dichiarazioni 2022 presentano una maggiore disuguaglianza tra i redditi dichiarati

L’indice di Gini misura il grado di equità: il valore 1 rappresenta una situazione di disuguaglianza totale, mentre il valore 0 descrive una distribuzione perfettamente equa. Dall’analisi dei dati emerge come, partendo dalla classe 35-39 anni (indice di Gini: 0,423), vi sia un aumento dell’indice, il quale  trova il proprio massimo valore nella classe d’età 65-69 anni (indice di Gini: 0,467). Con l’aumentare dell’età e a seguito del differente andamento delle carriere lavorative, aumenta dunque anche la disuguaglianza. Rispetto alle dichiarazioni 2021 gli indici di Gini per classe d’età risultano in generale leggermente maggiori, segno di una maggiore diversificazione delle retribuzioni rispetto al 2020, primo anno dell’emergenza sanitaria. La maggiore disparità si misura tra i 65 e 69 anni, complice il fatto che a quell’età molti contribuenti sono già in pensione mentre altri continuano a lavorare. La pensione ha poi un effetto calmierante sulla disuguaglianza: le classi d’età successive, infatti, si contraddistinguono per una maggiore equità nella distribuzione dei redditi.

Sempre immutato lo svantaggio retributivo delle donne

Per quanto riguarda la progressione reddituale, le donne risultano penalizzate rispetto agli uomini durante tutto il ciclo di vita. Dai 30 anni in poi, la forbice aumenta fino a raggiungere la distanza massima nella classe 65-69 anni, con gli uomini che registrano importi di reddito dichiarato annuo medio superiori a quelli femminili di oltre 15.000 euro.

Lavoratori dipendenti: progressione modesta, disomogeneità modesta

Tra i lavoratori dipendenti la curva dei redditi mediamente dichiarati sale moderatamente e costantemente nel corso della vita. A partire dai 55 anni cala drasticamente il numero dei contribuenti, ma il reddito medio aumenta ancora nelle classi d’età più elevate. Evidentemente chi rimane nel mercato del lavoro lo fa per passione, per scelta propria e, soprattutto, per convenienza economica.

Lavoratori autonomi: progressione maggiore, disomogeneità maggiore

I lavoratori autonomi si caratterizzano per una progressione reddituale più marcata rispetto ai lavoratori dipendenti soprattutto nelle prime classi d’età. A partire dalla classe d’età 50-54 anni si osserva una lieve riduzione del reddito medio dichiarato, il quale risulta invece essere molto elevato nella fascia 65-74 anni, dove si concentrano probabilmente quei lavoratori autonomi che restano in attività poiché occupati in attività particolarmente remunerative. La disomogeneità nella distribuzione tra gli autonomi risulta maggiore rispetto a quella tra i dipendenti per tutto l’arco della vita.

 

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Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla ricercatrice Maria Elena Iarossi (T. 0471 41 88 40, maria-elena.iarossi@afi-ipl.org).

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