13 Novembre 2023

Equilibrio vita-lavoro possibile anche nell’”ora di punta” della vita, ma non a costo zero

Tobias Hölbling

Conciliare lavoro e vita privata è una sfida, soprattutto nella cosiddetta “ora di punta” della vita, il periodo tra i 30 e i 45 anni in cui solitamente molti dipendenti creano una famiglia, pianificano una carriera, acquistano una casa o pagano un mutuo. Il Presidente IPL Andreas Dorigoni commenta: “Secondo i risultati del sondaggio, l’equilibrio tra lavoro e vita privata è possibile anche in questa fase critica della vita, ma non a costo zero. Spesso è infatti possibile solo perché la donna riduce i propri orari di lavoro o addirittura esce temporaneamente dal mercato occupazionale”. Indipendentemente dalle fasce d’età, due settori in particolare si dimostrano problematici: il 29% dei dipendenti del settore alberghiero e della ristorazione e il 21% di quelli del settore della sanità e dei servizi sociali (questi ultimi nonostante i numerosi contratti part-time) dichiarano infatti uno scarso equilibrio vita-lavoro.

L’indagine EWCS del 2021, svolta attraverso 4.500 interviste nella regione europea del Tirolo-Alto Adige-Trentino, porta sempre alla luce nuovi risultati e fornisce un attendibile confronto tra il mondo del lavoro altoatesino e quello del Tirolo e del Trentino. Questa volta l’attenzione è rivolta alla conciliazione vita-lavoro e in particolare a come questa sia percepita da chi lavora nei vari settori economici in Alto Adige.

L’equilibrio tra lavoro e vita privata è importante per due motivi. Per prima cosa, quando questo è garantito, per le aziende è più facile assumere dipendenti. Una buona conciliabilità è inoltre un fattore che contribuisce in modo significativo alla soddisfazione lavorativa: le persone che sono felici perché l’azienda risponde alle loro esigenze si sentono infatti più legate ad essa, si assentano meno spesso e sono più produttive.

Due settori problematici

Analizzando le diverse realtà altoatesine, due settori si trovano in fondo alla classifica per quanto concerne l’equilibrio vita-lavoro. Il punteggio negativo del settore della sanità e dei servizi sociali è in qualche modo sorprendente: sebbene molti dipendenti di questo ambito lavorino a tempo parziale (il che dovrebbe effettivamente favorire l’equilibrio tra lavoro e vita privata), più di una persona su cinque afferma che la conciliazione non è buona. Come previsto, invece, l’ultimo posto spetta invece al settore alberghiero e della ristorazione, nel quale il 29% dei dipendenti giudica l’equilibrio tra lavoro e vita privata non buono. I periodi di picco in questo settore, in fondo, sono proprio quelli in cui la maggior parte degli altri settori è meno attiva, il che porta comprensibilmente i dipendenti a lavorare quando i loro familiari o amici sono in ferie (e viceversa). È quindi stato dimostrato che per chi pianifica o ha già una famiglia è molto più difficile conciliarla con il lavoro nel settore alberghiero. Per questo motivo, dunque, molte lavoratrici scelgono di abbandonare la professione in alberghi e ristoranti quando si tratta di mettere su famiglia.

Trovare finalmente risposte a domande pressanti

Come se tutto ciò non bastasse, l’invecchiamento della società comporterà che molte persone nel pieno della propria vita lavorativa dovranno sempre più spesso occuparsi di parenti anziani, indipendentemente dal settore in cui lavorano. “Poiché finora le attività di cura dei figli e di assistenza privata sono state svolte principalmente dalle donne, queste hanno cercato di gestire l’equilibrio tra lavoro e impegni privati con contratti part-time” afferma Tobias Hölbling, ricercatore e psicologo del lavoro dell’IPL. In termini di pensioni, tuttavia, questo tentativo di equilibrio va a scapito delle donne stesse, le quali spesso rischiano di finire in una situazione di povertà in età avanzata anche se hanno lavorato per tutta la vita, sia a casa che nel mercato del lavoro “retribuito”.

Quali sono i nuovi modelli di lavoro e di assistenza all’infanzia che il settore privato e quello pubblico dovrebbero promuovere per far sì che in futuro i problemi di conciliazione tra lavoro e vita familiare non siano sostenuti principalmente dalle donne?, invita a riflettere  il team di ricerca dell’IPL. Soprattutto in vista dei cambiamenti demografici, non potremo fare a meno di trovare risposte a questa pressante domanda.

Sul progetto

Al fine di ottenere un quadro attendibile delle condizioni di lavoro nell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, nel 2021 è stata condotta un’indagine approfondita. Seguendo il modello europeo dell’indagine Eurofound sulle condizioni di lavoro (EWCS) che si svolge ogni cinque anni in tutta Europa, l’Euregio e i suoi istituti partner (Camera del Lavoro Tirolo, IPL | Istituto Promozione Lavoratori e Agenzia del Lavoro di Trento) hanno condotto un’indagine molto dettagliata intervistando 4.500 lavoratori dipendenti (1.500 per regione). I risultati vengono ora presentati per blocchi tematici.

 

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Grafico 1

Grafico 2

 

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al Direttore IPL Stefan Perini (T. 0471 41 88 30, stefan.perini@afi-ipl.org) e al ricercatore IPL e psicologo del lavoro Tobias Hölbling (T. 0471 41 88 31, tobias.hoelbling@afi-ipl.org).

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