Well-FARE! Fare bene, mirando bene
IPL in dialogo
Il Welfare non è più solo una questione di stanziamento di risorse, ma un processo partecipativo che vede coinvolta tutta la società. Per questo il sistema andrebbe reso sempre più inclusivo e generativo, ovvero più attento ai bisogni di tutti per garantire un vero stato di benessere diffuso nella società, mirando sempre meglio a chi ha effettivamente bisogno di tutele. È quanto emerso dall’ultimo evento digitale della serie ”IPL in dialogo” sul tema del Welfare 4.0, al quale hanno preso parte illustri esperti nazionali, intervenuti a tracciare le linee di sviluppo per un nuovo stato sociale.
Con il webinar di ieri, martedì 14 dicembre, ultimo dei cinque eventi per festeggiare i 25 anni dell’IPL, l’Istituto Promozione Lavoratori si appresta a chiudere l’anno con l’augurio che tutte le disuguaglianze, emerse ancora più prepotentemente con la crisi Covid, anche in Alto Adige, possano essere ridotte attraverso politiche sociali attente ai bisogni di tutti e capaci di rigenerare le risorse pre-esistenti. Il welfare è oggetto di ricerca e monitoraggio per l’Istituto già dal 2014, “ma, proprio adesso” – sostiene la Vicedirettrice IPL Silvia Vogliotti – “occorre un cambio di rotta; la strada dello stato sociale che conoscevamo prima della Pandemia va rimodulata, e quindi è necessario capire come ricalibrare il nostro welfare locale”.
Una cordata per il welfare
Come in montagna si tiene sempre il passo del più lento, senza comunque dimenticarsi di “trainare” tutti, anche i più deboli, così, in questo preciso momento storico, il nuovo stato sociale dovrebbe portare in vetta anche coloro che la pandemia ha reso più poveri e fragili, non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista sociale, relazionale e sanitario. Con il contributo di Elisabetta Pugliese (Relazioni istituzionali di Unipol), di Eleonora Gnan, ricercatrice presso l’irs (Istituto per la ricerca sociale), di Devis Geron, ricercatore della Fondazione Zancan di Padova e con Gianfranco Cerea, economista e già professore di Scienza delle Finanze all’Università degli Studi di Trento, l’IPL ha iniziato a progettare questa spedizione per il welfare di domani.
Al welfare servono politiche mirate
Elisabetta Pugliese ha esposto i dati dell’ultimo rapporto 2021 del Think Tank “Welfare, Italia!” e mostrato come la Provincia autonoma di Bolzano si collochi in cima alla classifica delle provincie più virtuose d’Italia, subito dopo quella di Trento, per risultati prodotti nel rapporto tra spesa per il welfare, in termini di risorse allocate, e risultati che questa produce nella dimensione di output, in termini di politiche sociali, sanità, previdenza, educazione e formazione. “Questa classifica non dovrebbe servire unicamente per individuare il migliore o il peggiore, ma aiutare a capire dove e come indirizzare meglio le politiche di welfare”, ha sottolineato Pugliese.
Welfare significa anche inclusione
“La pandemia da Covid-19 ha generato una crisi sanitaria, economica e sociale di portata epocale. Tra i principali effetti vi è stato il repentino acuirsi dei bisogni e il forte incremento delle disuguaglianze, specie per alcuni gruppi di popolazione. Occorre quindi pensare a un sistema di welfare maggiormente integrato ed inclusivo, in grado di accompagnare e sostenere anche le nuove fragilità”, ha evidenziato Eleonora Gnan. La sua ricetta? Per salvare le categorie più colpite dalle disuguaglianze (lavoratori precari, atipici, famiglie mono-genitoriali, giovani e NEET) serve un welfare più inclusivo, basato sull’integrazione e sulla collaborazione tra servizi (tra sociale, sanità, lavoro, scuola, abitare…).
Rimettere in circolo le risorse e responsabilizzare le persone
L’attuale emergenza impone una riflessione sui percorsi futuri del welfare. Una strada percorribile è quella del Welfare generativo, che si basa sulle “5 R”: raccogliere, redistribuire, rigenerare, rendere, responsabilizzare. “Il welfare generativo proposto dalla Fondazione Zancan non si limita a raccogliere le risorse dalla fiscalità generale e a redistribuirle, ma è in grado di rigenerare le risorse e di farle rendere, grazie alla sistematica responsabilizzazione di tutte le persone”, ha spiegato il ricercatore Geron.
Lavorare con un approccio multidimensionale e in equipe
Gianfranco Cerea, già professore di Scienza delle Finanze all’Università di Trento ha chiuso i lavori della mattinata, sottolineando che “il welfare altoatesino deve puntare in maniera forte a tutelare in modo sempre più mirato i più deboli, i soggetti che la crisi pandemica ha messo ulteriormente in difficoltà”. Per fare questo – continua Cerea “serve un approccio multidimensionale, maggior coordinamento tra gli attori del welfare, un lavoro in equipe, dove professionisti con competenze diverse prendono in carico la persona”. Ma chi deve offrire tali servizi? Meglio il settore pubblico o il terzo settore? Per Cerea la possibilità di poter scegliere a chi affidarsi è un pregio, dato che un sistema “quasi competitivo” va a vantaggio dei cittadini.
Statement della Vicepresidente IPL Monica Murari
“Lo stato sociale in Alto Adige, alla luce della pandemia, richiede un’evoluzione e un adattamento, anche a seguito del PNRR italiano. Per questo occorre oggi pensare a nuove traiettorie di sviluppo per ricalibrare il nostro welfare locale. Come in una cordata, per arrivare alla meta, tra insidie e pericoli, c’è assolutamente bisogno di legarsi! Non possiamo scalare da soli e in ordine sparso, né procedere a vista, ma dobbiamo preventivamente progettare, insieme, il nostro percorso verso il welfare del futuro”.
La registrazione video del webinar e tutte le presentazioni sono consultabili qui.
Per ulteriori informazioni, è possibile contattare la Vicedirettrice IPL Silvia Vogliotti (silvia.vogliotti@afi-ipl.org, T. 0471 41 88 35) oppure la collaboratrice Chiara Venezia (chiara.venezia@afi-ipl.org , T. 0471 41 88 32).
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